sabato 5 giugno 2010

(Patrizia Cavalli) Oltre il comune senso del cuore

Chi ha frequentato o frequenta centri di meditazione e affini, sicuramente è incappato in qualche discorso in cui la parola cuore prendeva il sopravvento, a volte in modi assai surreali. Sono inconvenienti che capitano quando si vuol fare della spiritualità sociale.
"Non mi piacciono questi qui, sono poco nel cuore" sentii dire da una donna ad Osho Miasto, che nel suo tour spirituale era appena stata nella comunità buddhista di Pomaia, in cui probabilmente l'avevano trattata meglio. Peccato che, come recitava la pubblicità di Osho Miasto all'epoca, Se immagini il cuore come un posto in cui vivere, a qualcuno verrebbe in mente Osho Miasto. Nonché, specularmente, ai sannyasin di Osho, il rigore dei buddhisti di Pomaia potrebbe sembrare poco "di cuore".
A volte, poi, in questi ambienti spirituali se capita un'incomprensione, come in ogni interazione umana, si dice: "Non sei nel cuore, sei troppo mentale", il che ricorda un po' "I compagni che sbagliano" nelle sedi di Rifondazione. Insomma l'essere fuori dalla linea.
Ma cosa si intende o si dovrebbe intendere veramente con cuore? Cerchiamo di chiarirlo.

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